Il raffreddore nei bambini rappresenta una delle infezioni più frequenti dell’infanzia, soprattutto nei mesi più freddi o quando i piccoli trascorrono molto tempo in ambienti chiusi a stretto contatto con altri coetanei. Si tratta di una patologia solitamente benigna, caratterizzata da sintomi fastidiosi come naso chiuso, starnuti, mal di gola e talvolta febbre lieve. Questo quadro clinico è il risultato di un’infezione virale che colpisce le alte vie respiratorie, ovvero naso e gola, compromettono temporaneamente il benessere del bambino ma raramente evolvono in forme gravi.
Quali virus causano il raffreddore nei bambini?
Il raffreddore è causato esclusivamente da virus, e non da batteri come spesso si pensa erroneamente. Esistono più di 200 tipi virali capaci di provocare sintomi da raffreddamento, ma solo alcuni virus sono responsabili della maggior parte dei casi nei più piccoli.
I principali agenti eziologici sono:
- Rinovirus: Si tratta dei virus più frequentemente individuati come causa di raffreddore, responsabili di almeno il 30-40% delle infezioni nei bambini. Esistono centinaia di ceppi differenti; il periodo di incubazione è breve, solitamente intorno alle 48-72 ore. I rinovirus si diffondono facilmente e sono particolarmente diffusi nei periodi di transizione stagionale, come autunno e primavera.
- Coronavirus: Rappresentano una significativa quota dei comuni raffreddori, in particolare nei bambini e negli adulti. Questi virus (da non confondere necessariamente con i ben più noti SARS-CoV, responsabili del Covid-19) circolano tutto l’anno, ma con picchi stagionali, e sono dotati di elevata trasmissibilità.
- Adenovirus: Sebbene siano noti per essere responsabili di diverse infezioni, tra cui gastrointestinali, alcuni ceppi colpiscono le vie respiratorie provocando raffreddore, e sono più diffusi tra i bambini che tra gli adulti.
- Virus respiratorio sinciziale (RSV): È uno dei principali responsabili delle infezioni delle vie aeree nei neonati e nei bambini piccoli. In alcuni casi può causare sintomi lievi simili a un raffreddore, ma può evolvere in bronchiolite o polmonite soprattutto nei lattanti.
- Virus parainfluenzali: Anche questi possono provocare infezioni delle vie respiratorie superiori e, sebbene spesso il quadro sia quello di un semplice raffreddore, a volte possono indurre patologie respiratorie più importanti.
- Metapneumovirus umano: È meno noto, ma sempre più riconosciuto come causa di raffreddore, soprattutto nei bimbi in età prescolare.
In rari episodi, soprattutto durante la stagione influenzale, anche i virus influenzali possono mimare sintomi simili al raffreddore, ma si differenziano solitamente per una maggiore intensità dei sintomi e una febbre più elevata.
Modalità di trasmissione e fattori di rischio
Il raffreddore si trasmette principalmente per via aerea, attraverso il contatto diretto con le goccioline di saliva emesse durante starnuti o colpi di tosse da parte di persone infette. Anche il contatto con superfici o oggetti contaminati, seguito dal passaggio delle mani al naso, bocca o occhi, rappresenta una via di trasmissione rilevante soprattutto nei bambini analizzando le loro abitudini di gioco e scarsa attenzione all’igiene.
I bambini sono particolarmente esposti al rischio per diversi motivi:
- Frequentazione di asili nido, scuole materne e altri ambiti comunitari, dove la vicinanza facilita la diffusione dei virus.
- Sistema immunitario meno esperto: Nei primi anni di vita, le difese immunitarie sono in via di maturazione e i piccoli non hanno ancora sviluppato una vera memoria immunitaria contro i principali virus del raffreddore.
- Sbalzi di temperatura e ambienti chiusi nei mesi freddi, condizioni che favoriscono la sopravvivenza e la propagazione dei diversi virus respiratori.
Possiamo quindi ritenere che quasi ogni bambino nei primi anni di vita contrarrà più episodi di raffreddore, soprattutto tra l’autunno e la primavera, con una media che varia dai 6 ai 10 episodi all’anno nei primi tre anni di vita.
Manifestazioni cliniche e possibili complicanze
I virus responsabili del raffreddore agiscono prevalentemente sulle mucose delle vie respiratorie superiori, provocando una caratteristica infiammazione che si manifesta con:
- Congestione e secrezione nasale (naso chiuso o che cola)
- Starnuti continui
- Mal di gola
- Tosse, di solito secca e stizzosa
- Talvolta febbre lieve
- Senso di malessere generale e irritabilità
La durata media dei sintomi varia generalmente da 5 a 10 giorni, ma può essere più breve o prolungarsi in base al virus in causa e allo stato immunitario del bambino.
Le complicanze sono rare e più frequenti nei bambini molto piccoli o nei soggetti con patologie preesistenti. I principali rischi riguardano la possibile evoluzione verso:
- Ostilite media (infezione dell’orecchio), favorita dall’ostruzione nasale e dalla risalita di muco nelle tube di Eustachio
- Sinusite
- Bronchite o bronchiolite nei più piccoli, specie se il quadro è sostenuto da RSV
È bene ricordare che, essendo causato da virus, il raffreddore non si cura con antibiotici, salvo insorgenza di sovrainfezioni batteriche, condizione in realtà più rara rispetto alla percezione comune.
Prevenzione e aspetti educativi
La prevenzione del raffreddore nei bambini rappresenta una vera sfida, data l’elevata contagiosità dei virus in causa. Alcune semplici misure possono tuttavia ridurre il rischio di infezione e proteggere i più piccoli, soprattutto nei luoghi di aggregazione:
- Insegnare e promuovere una corretta igiene delle mani, lavandole spesso e accuratamente.
- Limitare, se possibile, il contatto diretto con bambini o adulti raffreddati, soprattutto nei mesi di maggiore circolazione virale.
- Dare preferenza, quando possibile, ad ambienti ben areati e non eccessivamente affollati.
- Utilizzare fazzoletti monouso, eliminandoli prontamente dopo l’uso.
Inoltre, è importante non sottovalutare il ruolo della nutrizione: uno stato di benessere nutrizionale generale sostiene il sistema immunitario. Il latte materno, nei primi mesi di vita, conferisce una protezione aggiuntiva contro molti agenti infettivi, compresi diversi virus del raffreddore.
Ad oggi, non esistono vaccini per la prevenzione del raffreddore comune, a differenza di quanto accade per l’influenza e per alcune patologie respiratorie più gravi. La consapevolezza delle modalità di trasmissione e il riconoscimento tempestivo dei sintomi sono le armi principali per interrompere la catena del contagio e permettere ai bambini di affrontare in modo più sereno questa infezione ricorrente dell’infanzia.